Aethina TumidaIeri 14 ottobre dalle 10.30 sino alle 13.30 inoltrate una riunione al 4° piano dell’Assessorato Regionale alla Sanità, indetta dal medesimo, ha incignato una task force che per un triennio sarà impegnata sul fronte apistico. In un’ottica di condivisione a farne parte sono stati chiamati oltre ai veterinari con specifiche competenze apistiche provenienti dai corrispondenti servizi delle ASL sarde (Marcello, Mangia, Massidda, Frau, Mulliri, Mocci, Balzano, Ganbrielli, Daga, Picoi) , Laore (Piu), il Servizio Produzione dell’Assessorato regionale all’Agricoltura (Piras), il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale (Foddis, Lampreu), l’Università di Sassari (Floris) e i rappresentanti degli apicoltori: Giuseppe Bellosi per il Comitato Apicoltori Sardi, Franco Anedda per il Consorzio Apicoltori Sardi, Giuseppe Caboni per la OP Terra Antiga e lo scrivente per Apiaresos. La riunione è stata indetta per discutere una calamità, che speriamo per l’apicoltura sarda, non sia prossima ventura: l’Aethina Tumida. La dott.ssa Carta ha illustrato le ragioni che hanno portato l’Assessorato a formare questa struttura, mentre la dott.ssa Marcello, che ne è il referente regionale, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la minaccia dell’Aethina Tumida potrà essere efficacemente combattuta applicando, oltre ad un blocco delle importazioni di api dalla Penisola, le norme attualmente vigenti. La Legge 30, ha precisato la Marcello,  prevede tutta una serie di norme, ben note agli apicoltori, che regolano la movimentazione degli alveari, ma anche la denuncia del loro possesso. Il prof. Floris ha offerto un’ampia panoramica sul coleottero: dalle  specifiche tassonomiche del parassita alla fenomenologia di diffusione, dal monitoraggio  alle trappole per la cattura. E’ seguito l’intervento del dott. Mulliri che ha illustrato le istruzioni ministeriali su come eseguire la sorveglianza nei territori di competenza delle Regioni e Province autonome nei confronti degli apiari ritenuti a rischio infestazione per l’Aethina Tumida. Si è dunque aperta un’ampia e articolata discussione che ha toccato, inevitabilmente, i temi più disparati. Fra le altre cose i rappresentanti degli apicoltori hanno evidenziato la difficoltà oggettiva di ricostruire eventuali acquisti di api fatti in Calabria da apicoltori sardi nell’immediato del ritrovamento ufficiale dell’Aethina. Si ritiene inoltre che nella ventina di istanze per acquisto di api finanziate  dal Reg. CE 1234 poche o forse nessuna riguardino materiale proveniente dalla Calabria. Dal momento, che secondo norma, la vendita di api deve avvenire dietro emissione di certificazione veterinaria, una verifica capillare presso i produttori calabresi che hanno venduto api in Sardegna, potrebbe essere dirimente. Correttamente alcuni dei servizi chiamati a far parte di questo gruppo (Laore, CFVA, Assessorato Agricoltura) hanno dichiarato la loro disponibilità, purché nell’ambito delle loro competenze istituzionali.  Le istruzioni ministeriali collocherebbero la Sardegna in una zona a medio rischio, che prevede pertanto l’intervento di monitoraggio per allevamenti con almeno 300 alveari. Lo scrivente ha osservato che è possibile che gli apicoltori con quelle dimensioni aziendali, ovvero titolari d’impresa altamente professionalizzati e aggiornati, sappiano identificare con estrema facilità la presenza dell’Aethina negli alveari e possano comunicarlo ai servizi veterinari, facilitando di gran lunga il lavoro affidato, sembrerebbe, a 8 veterinari per l’intera Isola.  Dubbi permangono per gli apicoltori neofiti e con dimensioni aziendali ben inferiori, sui quali ben più pertinente sarebbe il monitoraggio effettuato dai servizi veterinari. A tal riguardo l’opzione suggerita dal Prof. Floris è quella di un intervento esclusivamente esterno con il collocamento di trappole diagnostiche a 150 m. dall’apiario, evitando pertanto un più lungo e costoso intervento all’interno dell’alveare. Si rileva con soddisfazione che gli esiti finali della riunione di ieri, riassunti dalla dottoressa Carta, sono coincidenti con quanto Apiaresos con una sua specifica istanza, inviata il 2 ottobre all’Assessorato alla Sanità,  di cui riproduciamo appresso integralmente il testo, aveva chiesto. Ovvero: blocco totale delle importazioni d’api in Sardegna; avvio contestuale del monitoraggio. Ma Apiaresos ha anche offerto la disponibilità dei propri tecnici apistici per l’attività di monitoraggio. Sul tema caldo dell’Aethina Tumida, Apiaresos ha fissato una riunione dei soci per mercoledì 29 ottobre, alle 17.30, presso la sede sociale in piazza Roma a Marrubiu. Sarà un denso e parziale anticipo dell’intervento di Umberto Vesco nella due giorni di novembre, sviluppato dai tecnici di Apiaresos, sulla base di un articolato materiale documentario elaborato dal CRT dell’UNAAPI.

Luigi Manias

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Ales 02.10.2014

 

Spettabile                                                                                                                                           

Regione Autonoma della Sardegna

Assessorato dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

c.a. Assessore dott. Luigi Benedetto Arru

Via Roma, 223 – 09123 Cagliari

 

Oggetto: misure di contenimento del coleottero Aethina Tumida

 

Apiaresos è l’unica associazione di apicoltori esistente in Sardegna, che opera senza soluzione di continuità dal 1987. Nell’immediato futuro dell’apicoltura sarda si profila una terribile minaccia che potrebbe essere fugata con l’applicazione immediata di opportune misure restrittive da parte di codesto Assessorato. Il 5 settembre nel comune di Gioia Tauro (RC) è stata ufficialmente segnalata la presenza dell’Athina Tumida. Si tratta di un coleottero parassita delle api originario del Sud Africa, che provoca danni considerevoli agli alveari distruggendo le scorte di polline e miele; compromettendo irreversibilmente la covata e condannando all’estinzione l’alveare.  

 

Apiaresos chiede pertanto che si provveda al blocco dell’importazione di sciami e api regine dalla penisola al fine di impedire nell’Isola la diffusione del coleottero.  Sì chiede inoltre che gli organi competenti si attivino per organizzare un opportuna rete di monitoraggio al fine di garantire l’indennità regionale dalla parassitosi in oggetto. L’Associazione Apiaresos si mette a disposizione con i propri soci, tecnici apistici, veterinari l.p. per collaborare con gli organi competenti al fine di mantenere lo stato di indennità dal pericoloso coleottero.

 

La Sardegna, stando alle risultanze delle analisi di questi ultimi anni del laboratorio CRA –API di Bologna, può vantare  un patrimonio genetico che la vede detenere oggi una delle linee di ape italiana (ligustica) più integre. Pertanto l’indennità dal temibile coleottero, rispetto alla probabile ed endemica diffusione nella Penisola, garantirebbe agli apicoltori isolani delle importanti opportunità reddituali nella vendita di nuclei d’api e di api regine. 

 

 

Distinti saluti                                                                                                                                     

 

Il Presidente

Giovannino Schirra