In epoca di  chiome artificialmente rinfoltite, labbra pompate,  natiche rifatte, orifizi rintuzzati, imeni ricostruiti, un modesto ritocco al logo di Apiaresos speriamo sia tollerato dai soci. Non escludiamo che qualcuno insorga con uno stizzito:  ancora ?! Ma no teneis atru de fai? Giuseppe Bellosi, uno dei nostri soci più attivi e vitali, ci scriveva il 16 ottobre, dopo la lettura dell’ultimo nostro post Apiaresos ha un cuore antico: “Perfetto Luigi, ma se posso permettermi colgo l’occasione per suggerire  un’altra piccola modifica che da tempo pensavo. Si e sempre detto Regno di  Sardegna, Granatieri di Sardegna, Miele di Sardegna; mi sembra più elegante sotto l’icona di apiaresos, invece di  Associazione Apicoltori della Sardegna, mettere la scritta Associazione Apicoltori di Sardegna.” Rispondevo all’ottimo Giuseppe: “Forse hai ragione. Farebbe pandant con Miele di Sardegna. E poi è più conciso e più usuale. Che ne so Granatieri di Sardegna. Lo propongo agli altri.” E il 21 ottobre  sollecitavo una decisione in tal senso: “Sposerei l’ipotesi di Bellosi e toglierei un lemma formale e pleonastico come Associazione. Lo sanno anche le pietre ormai che Apiaresos è un’associazione: Apicoltori di Sardegna” . Davo poi  mandato il 25 ottobre al nostro ottimo grafico Giampiero Loi di provvedere. Scrivere che gli apiaresos  – una parola  che affonda le radici nel sardo più antico e profondo –  sono gli apicoltori di Sardegna è la scelta, la decisione più rispondente alla realtà di oggi; almeno a vedere le richieste di preiscrizione al nostro 2° congresso, che ci giungono  sempre più numerose da ogni parte della Sardegna. E poi il legame di identificazione – molti ci chiedevano cosa fossero  questi apiaresos – è più immediato: apiaresos > apicoltori di Sardegna.

Luigi Manias

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