Il  4 giugno scorso Luigi Manias, quale rappresentate di Apiaresos, l’associazione di apicoltori che rappresenta per consistenza un quarto dell’apicoltura sarda, è stato ascoltato dalla V° Commissione regionale agricoltura per esprimere la nostra posizione sul testo unificato PP.LL 45 (Legge regionale per l’incentivazione dell’allevamento apistico e per la tutela e la salvaguardia dell’Apis mellifera ligustica) – 61 (Disposizioni in materia di apicoltura), ovvero le proposte Comandini e Cherchi. Ho informato la Commissione che gli apicoltori sardi il 24 ottobre 2014 avevano elaborato e approvato all’unanimità,sulla base delle proposta Comandini,  delle proposte per rendere la futura legge snella, realmente efficace e rispondente alle esigenze dell’apicoltura sarda. Nel congresso di Oristano del 23 novembre  2014 Comandini, concordi Renato Soru e Antonio Solinas, si dichiarò disponibile a considerare le istanze degli apicoltori. Pur convenendo con  Comandini che il testo unificato, relativamente agli aiuti previsti per l’allevamento apistico e per gli investimenti aziendali (artt. 4-5),  rappresenta un importantissimo  strumento di sostegno all’apicoltura sarda, questo tuttavia non risponde in larga parte alle aspettative degli apicoltori sardi. Sollecitato dal presidente  Lotti ho precisato in sintesi la sostanza delle proposte degli apicoltori. L’entrata in vigore dell’anagrafe apistica surroga gran parte delle disposizioni previste dagli articoli 6 e 7. L’entrata a regime dell’anagrafe sarà un onere per gli apicoltori, che non necessitano di ulteriori aggravi con inutili comunicazioni alle ASL. Tutte le disposizioni sanitarie che riguardano l’apicoltura sono regolate dalla normativa  nazionale; non è il caso di creare delle “specificità” sarde . L’unica cosa che la Regione dovrebbe preoccuparsi di verificare è che  che le normativa vigente sia applicata con coerenza e omogeneità interpretativa. Circa l’associazionismo apistico ho ricordato alla Commissione che in occasione del Congresso di apicoltura di Oristano fu ricordato da qualcuno che in Europa esistono solo due organizzazioni di produttori  in apicoltura; di cui una in Sardegna; elemento di anomalia più che di orgoglio. Ho anche ricordato che in quella occasione alcuni fra i più autorevoli apicoltori sardi hanno evidenziato come  i tentativi di aggregazione di prodotto siano tutti miseramente falliti, con un corollario di conseguenze finanziarie disastrose. Così come di autentico, conclamato fallimento si deve parlare per l’attività svolta dalla Commissione Regionale Apistica,  che viene inspiegabilmente riproposta all’art. 11. La Regione Sarda riteniamo debba avere come interlocutori preferenziali  le Associazioni degli apicoltori e, lo imporrebbe l’Unione Europea,  le OP; questi riteniamo sono i soli soggetti titolati. Ma  nelle nostre proposte  affermiamo  la centralità dell’azienda apistica nello sviluppo dell’apicoltura sarda, in un autentica ottica multifunzionale di diversificazione produttiva e di servizi. Alla Commissione abbiamo espresso tutti  i nostri dubbi sulla formazione apistica oggi erogata in Sardegna;  con particolare riferimento a quella di primo livello. Riteniamo infine che sarebbe opportuno se si vuole salvaguardare l’ape italiana e gli ecotipi locali che vengano istituiti degli areali protetti;  evitare la ripetizioni (art.2-3)  di definizioni già contenute nella Legge nazionale sull’apicoltura;  dichiarare  che la varroasi o varroatosi è endemica nel territorio della Sardegna.   Gli apicoltori possono leggere in allegato la proposta degli  apicoltori sardi e il testo unificato.

Luigi Manias

Apiaresos.2014.Proposte apicoltori

T.U. PP.LL. 45-61 (Apicoltura)

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